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        Orientamento 
        6 agosto 2003 | 
       
      
        Quando la birra diventa un'arte. In Italia 
        si diffondono sempre più i microbirrifici  | 
       
      
        | a cura di Fabio Radaelli (ETAss) | 
       
     
    
    
      
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        | Sempre più italiani bevono birra: negli ultimi
        venticinque anni il consumo pro-capite annuo è raddoppiato e le previsioni indicano
        trenta litri come traguardo possibile entro il 2004. La vera novità è che finalmente si
        sta diffondendo una cultura del bere birra capace di valorizzare le diverse produzioni che
        anche in Italia, grazie ai microbirrifici, si stanno diffondendo. Tuttavia, degustare un
        boccale di birra è un atto che richiede tempo e consapevolezza.  | 
       
     
    
      
         
        Breve storia della birra 
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        La birra nasce nella notte dei tempi, antica e
        diffusa come le coltivazioni dellorzo da cui si ricava. Bevanda già utilizzata dai
        Sumeri e dai Babilonesi, essa trova la propria consacrazione presso gli Egiziani, dove
        mantiene un legame strettissimo con il sacro, come testimonia la costante presenza durante
        le cerimonie funebri e la citazione nei testi sacri del tempio di Uruk come dono del dio
        Rie agli uomini. In Egitto il consumo di birra è favorito dalla scarsa presenza di viti,
        che invece abbondano nei Paesi in cui la cultura classica si appropria del culto di Bacco.
        Tuttavia anche gli antichi greci (e romani) bevono birra, specie durante le cerimonie
        legate alle feste dei campi, come quella in onore di Demetra.  
        Nellimmaginario collettivo la birra è la bevanda per eccellenza dei popoli nordici,
        in particolare di Germani e Celti. Per tutto il medioevo rappresenta una garanzia di
        piacere e di igiene, vista la necessità di far bollire lacqua durante la
        produzione. I monaci portano a livelli di eccellenza la tecnica dellalta
        fermentazione, creando il modo di produrre birra rimasto in uso fino alla metà del secolo
        scorso e allintroduzione della tecnica a bassa fermentazione.  
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        Uno zibaldone di sapori 
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        Lerrore che il profano compie è di pensare
        alla birra in modo indistinto. Invece la birra è una serie infinita di gusti, sapori e
        aromi ottenuti dalla mescita di quattro semplici ingredienti: malto, luppolo, acqua e
        lievito. Innanzitutto distinguiamo tra birre ad alta e a bassa fermentazione. Le prime
        sono quelle che fermentano ad una temperatura compresa tra i 15 e i 20 gradi, mentre alle
        seconde bastano temperature più basse, favorendo così la produzione industriale. Tra
        queste ultime si annoverano tutte le birre Lager, cioè le bionde più leggere, in genere
        dal colore limpido e dalle delicate sensazioni di malto. Di sapore più maltato sono
        invece le Export, mentre le Strong-Lager raggiungono qualche grado in più (fino ai
        7,5°). Tra le birre a bassa fermentazione ricordiamo ancora le ice beer, di moda negli
        ultimi anni ed appartenenti alla famiglia delle block. 
        Se però volete un sapore più deciso e strutturato, dovete orientarvi verso le birre ad
        alta fermentazione, come le Ale della Gran Bretagna, le birre trappiste del Belgio o le
        tipiche Weizen tedesche. La maggior parte delle birre artigianali sono ad alta
        fermentazione. | 
       
     
    
      
         
        Dagli antichi monasteri 
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        La birra si presenta come un universo di sapori in
        grado di accompagnare ed esaltare tutti i momenti della giornata e non solo il pranzo,
        come spesso si crede. In Belgio è usata come aperitivo o come meditativo per il dopo
        cena. Proprio come bevanda di degustazione la birra diventa arte e raggiunge aromi e
        gradazioni alcoliche che non hanno niente da invidiare a molti vini pregiati. Tra questo
        tipo di produzione un fascino particolare hanno le birre trappiste, realizzate dai monaci.
        Sono ancora sei i monasteri che le producono: Westvleteren, Westmalle, Achel, Orval,
        Chimay e Rochefort. Ognuna di queste birre presenta delle particolarità: si va dai tre
        diversi tipi di Chimay e di Rochefort caratterizzati dai tappi rosso,bianco e blu 
        questultimo indica la birra più alcolica, che può raggiungere anche i 12° - alle
        Westvleteren, vendute esclusivamente allinterno del monastero. 
        Labbazia cistercense di Orvald è invece quella di fondazione più antica (risale al
        1070) ed è famosa oltre che per la purezza dellacqua che alimenta il birrificio,
        anche per la produzione di formaggio, pane e caramelle al miele, il cui ricavato va in
        gran parte in beneficenza. 
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        Italia: professione mastro birraio 
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        | Le potenzialità del mercato italiano e una lenta
        acculturazione del nostro gusto hanno spinto negli ultimi anni molti giovani con la
        passione della birra ad aprire dei microbirrifici dove è possibile assaggiare birra di
        qualità, rigorosamente ad alta fermentazione. In queste piccole fabbriche, che in genere
        hanno un pub annesso, il bere bene si sposa in genere al buon cibo: insomma una delizia
        per il palato. Tra le esperienze più conosciute dagli appassionati: il Birrificio
        Italiano di Lurago Marinone, tra Como e Varese, dove si possono gustare le birre
        speciali nate grazie allinventiva del mastro birraio, Agostino Arioli; il
        Birrificio Lambrate, dove anche i nomi delle birre parlano milanese: si và dalla Ghisa
        alla Domm, passando per limmancabile Lambrate; in Piemonte, a Piozzo in provincia di
        Cuneo, cè il famoso Baladin, specializzato in birre, dispirazione belga o
        britannica. Ma i birrifici italiani si stanno diffondendo un po in tutte le regioni
        e non solo al nord: se passate da Mentana (Roma) non perdetevi la Mezzaluna, mentre ad
        Acireale (Catania) ecco arrivare La Caverna del mastro birraio.  | 
       
     
    
     
     
    
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