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    “Il riequilibrio della tassazione sulla birra? Un volano per le vendite con 
    maggiori entrate per l’Erario” 
     Roma, 
    12 giugno 2006 In riferimento ad una serie di ipotesi sulle misure di 
    correzione dei conti pubblici, l' Associazione degli Industriali della Birra 
    e del Malto (AssoBirra), si augura che vi sia un netto segnale di 
    discontinuità rispetto alla politica del precedente Governo . Il settore 
    auspica che il regime d'imposizione fiscale sulla birra possa essere 
    ricondotto a livelli più equi ed in linea con la media dei Paesi dell'Europa 
    continentale.
 Dal 2004 ad oggi l'industria italiana della birra è stata già danneggiata da 
    ben tre aumenti dell'accisa che hanno determinato un incremento 
    dell'imposizione fiscale sul prodotto del 68%, una delle tassazioni più 
    elevate nella UE. L'attuale livello dell'accisa è infatti di circa 2/3 volte 
    superiore a quello vigente nei Paesi limitrofi grandi produttori di birra, 
    quali Germania, Spagna e Francia. Di fronte al conseguente lievitare dei 
    prezzi, provocato dall'aumento dell'imposizione fiscale che ha avuto inizio 
    nel 2004, si è interrotto dopo vari anni il trend positivo delle vendite di 
    birra in Italia. La forte contrazione delle vendite nei pubblici esercizi ha 
    quindi fortemente ridotto gli introiti IVA per l'Erario , vanificando quindi 
    gli aumenti generati dall'accisa. Nei primi quattro mesi del 2006 le vendite 
    sono scese ulteriormente del 5% .
 
 “Rispetto al governo precedente – commenta Piero Perron , Presidente di 
    Assobirra –, auspichiamo un netto cambiamento di rotta da parte della 
    compagine ministeriale guidata dal Presidente Romano Prodi, che non può 
    proseguire su una strada fallimentare e controproducente. Le politiche 
    fiscali del passato relative alla birra non sono state utili per combattere 
    il disavanzo pubblico, ma hanno finito per danneggiare un comparto ad alto 
    potenziale di sviluppo. L'attività economica del governo, quindi, deve 
    tenere in considerazione la stagnazione attraversata del settore, il quale 
    contribuisce in maniera significativa all'economia nazionale con un valore 
    aggiunto di 275 milioni di euro e garantisce entrate per le casse 
    dell'Erario di oltre 2,5 miliardi di Euro (370 milioni dalle accise) , come 
    è stato appunto recentemente indicato in uno studio di Ernst&Young sul 
    settore in Europa. Senza dimenticare che il comparto dà lavoro con il suo 
    vasto indotto a oltre 133 mila persone e vanta un'importante presenza nel 
    Meridione con ben otto impianti produttivi”.
 
 L'Associazione degli Industriali della Birra e del Malto rivolge inoltre a 
    tutti gli operatori della filiera l'esortazione a voler indicare 
    separatamente in fattura l'elemento relativo all'accisa , in linea con 
    quanto già accade nel settore dei superalcolici nonché nella maggior parte 
    dei Paesi europei per quanto concerne la birra. AssoBirra ritiene che il 
    cosiddetto scorporo dell'accisa possa contribuire ad una maggior trasparenza 
    dei fattori di costo della birra e porre in luce un elemento generato da 
    decisioni esterne, sul quale l'industria non ha alcun potere di influenza .
 Fonte 
    Assobirra Agosto 2006 |