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    produttori valdostani di alcolici contro la nuova legge sui prodotti in 
    esenzione fiscale 
     Sono 
    stati definiti dai produttori valdostani di alcolici 'eccessivi ed 
    inutili' gli oneri burocratici previsti dalla nuova legge regionale 
    sulle nuove disposizioni per la ripartizione, assegnazione e immissione in 
    consumo dei contingenti di alcool, birra, zucchero e loro derivati in 
    esenzione fiscale, approvata dal Consiglio Valle dopo un lungo dibattito 
    nella serata di giovedì 27 luglio, con i consiglieri della Casa della 
    Libertà e della Stella Alpina che, astenendosi dal voto hanno chiesto il 
    ritiro del provvedimento, per farlo tornare in commissione. La Valle d'Aosta, in quanto regione a Statuto speciale, che comprende anche 
    la presenza di una 'zona franca' riceve dallo Stato, esattamente come 
    per il carburante per autotrazione, un contigente in esenzione fiscale, vale 
    a dire senza le tasse statali, le cosiddette accise, di zucchero, caffè e 
    bevande alcoliche come la birra e i liquori. L'amministrazione regionale, 
    che dal 1998, per quanto riguarda il carburante, ha riorganizzato il sistema 
    di distribuzione e prelievo tramite una carta a microprocessore, la 
    'Carte Vallée', si sta occupando anche degli altri beni contingentati, 
    di valore modesto rispetto al carburante, tramite una nuova legge.
 
    «Il nuovo provvedimento toglierà di fatto dagli scaffali dei negozi i generi 
    in esenzione fiscale - lamentano i nove produttori 
    valdostani di alcolici che hanno firmato un documento di protesta - e ciò 
    significa il consumatore spenderà di più, circa quattro euro per una 
    bottiglia di liquore, dodici euro per un litro di alcol e venticinque 
    centesimi per ogni chilo di zucchero. Il testo, anche così come è stato 
    emendato dalla prima commissione consiliare regionale non risponde alle 
    proposte di modifica ed i vincoli posti sulle produzioni, l'incertezza 
    nell'applicazione della nuova legge e le pesanti sanzioni per gli operatori 
    commerciali non consentiranno alle imprese, dalla produzione al negoziante, 
    di mettere sul mercato le merci in esenzione. Tutto questo rappresenta un 
    grave danno per il consumatore finale e per le aziende produttrici e ridurrà 
    inoltre la visibilità dei prodotti tipici valdostani, con conseguenze 
    negative dell'immagine turistica della Valle d'Aosta. Chiediamo che il 
    provvedimento venga ritirato così da poterlo rielabore con spirito di 
    collaborazione e con serenità, per giungere ad un testo condiviso che, 
    tutelando i consumatori e l'Amministrazione regionale, sia applicabile dalle 
    imprese».«La Regione non commercia zucchero, liquori, caffè o altri prodotti in 
    esenzione fiscale - risponde Leonardo La Torre, assessore 
    regionale alle attività produttive - 
    quindi legifera nell'interesse 
    di tutta la comunità e non per questa o quella categoria. Sono fuori luogo 
    le ipotesi di aumento del costo dei prodotti per le nuove procedure 
    burocratiche che prevedono controlli informatici incrociati per rendere 
    assolutamente trasparente l'utilizzo dei buoni assegnati ai valdostani per 
    l'acquisto di questi prodotti in esenzione fiscale. Questo è un 
    provvedimento serio, complesso, macchinoso e articolato che deve fare i 
    conti con i controlli doganali le accise e tenere nella dovuta attenzione i 
    rapporti con l'Unione europea. Bisogna agevolare i consumatori, visto che 
    quasi la metà dei valdostani non ritira più i bollini».
 «Non è che lo facciamo per divertimento - ha aggiunto il presidente della 
    Regione Luciano 
    Caveri - ma dobbiamo poter rispondere ad eventuali accuse di distorsione del 
    mercato da parte dell'Unione Europea».
 Fonte 
    12vda Settembre 2006 |