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Associazione Pinta Medicea

Sede legale dell'associazione: Firenze
Sito web:
www.pintamedicea.com
Informazioni: info@pintamedicea.com

Risponde alla nostra intervista Fabio Giovanoni

Quando nasce la vostra Associazione?

La nostra associazione nasce ufficialmente a livello legale a maggio di questo anno, ma in realtà ci ritroviamo e ci lavoriamo sopra dal 2006, infatti l’idea di creare qualcosa a Firenze era venuta fuori a giugno 2006 durante un corso di degustazione al quale alcuni di noi avevano preso parte.

La sede della vostra Associazione si trova?

La sede legale è a Firenze, per quanto riguarda la sede operativa ancora non abbiamo trovato però una sede appropriata, resta comunque uno dei nostri obbiettivi a breve termine per creare così un vero ritrovo per gli homebrewers fiorentini.

Quanti iscritti o partecipanti contate tra le vostre fila?

Siamo ormai arrivati ad oltre 60 iscritti, e se consideriamo anche i numerosi partecipanti alle nostre iniziative che non sono iscritti possiamo certamente dire che siamo un bel gruppo.

L’aspetto più gratificante della vostra attività?

Sicuramente la cosa che più ci gratifica al momento e ci stimola ad andare avanti e a crescere è l’entusiasmo dei nostri iscritti e gli elogi che molti ci fanno, compresi quelli di alcuni professionisti del settore con cui spesso collaboriamo.

Che tipo di rapporto avete istaurato coi microbirrifici italiani, magari quelli più prossimi alla vostra area geografica?

Direi che parlare di rapporto a livello italiano è ancora prematuro per noi, ma a livello regionale direi che abbiamo allacciato buoni rapporti ( in particola modo con il Mosto Dolce, l’Olmaia e il Rython ) con il mondo dei microbirrifici, con essi cerchiamo di promuovere la cultura della birra artigianale attraverso corsi, cene e altre iniziative, in futuro cercheremo di coinvolgerli ancora di più nei nostri progetti.

Pranzo al corso all grain organizzato lo scorso 27-10-07

Collaborate con qualche locale in cui svolgete le degustazioni o i corsi?

Di vera e propria collaborazione non si può parlare, ma diciamo che ci avvaliamo delle cucine professionali del circolo Arci “Boncinelli” per quanto riguarda lo svolgimento dei corsi All grain, per quel che concerne i corsi base invece li teniamo presso il Convivium , un eno-gastronomia di altissimo livello con cui abbiamo in ponte alcuni idee per delle degustazioni.

Per gli amici un po’ a corto di informazioni sulle tecniche birrarie, fornite strumenti di formazione?

Certo oltre ai corsi che già teniamo con cadenza bimestrale (sia base che all-grain), abbiamo un apposito forum sul nostro sito dove chiedere e ricevere consigli riguardo a quello che è il mondo birrario, oltre a questo nello spazio privato riservato ai soci abbiamo dispense,  e documentazioni varie, ed anche video specifici. In un futuro molto prossimo daremo anche l’annuncio della nascita della biblioteca dell’Homebrewers che stiamo realizzando per i nostri soci.

Vi avvalete del contributo di docenti o mastri birrai?

Abbiamo appena tenuto l’ultimo corso All grain dove come docente del corso abbiamo avuto Maurizio, mastro birraio del birrificio Rython, per quanto riguarda le degustazioni fino ad ora abbiamo collaborato con un degustatore che si chiama Simone Catoni iscritto all’AIS appassionato di birra ed oltre a lui abbiamo anche dei contatti per sviluppare nel 2008 un corso a Firenze con alcuni docenti dello Slow Food.

Edo alle prese con la macina dei malti

Che tipo di novità avete in mente per il futuro?

In mente ne abbiamo molte, ma ce si concretizzeranno a breve abbiamo sicuramente l’uscita del nostro calendario in collaborazione con molti microbirrifici della toscana, una cosa che ci sembrava carina con le varie birre prodotte dai microbirrifici della toscana abbinate alle ricette della nostra cucina tradizionale. Per il futuro prossimo abbiamo come obbiettivo quello di prendere un fondo per farne la sede dell’associazione, e all’interno di questo svilupperemo molte attività che abbiamo in mente per l’associazione, in primis la creazione di un impianto che serva sia ai fini didattici per gli appassionati sia per la produzione personale dei soci che non hanno la possibilità di birrificare in casa.

Si dice che in Italia ci sia oltre un centinaio di microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è sicuramente in crescita, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell’appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Il trend che si sta assestando è di per se positivo, ma secondo il suo parere, verso quale crescita (non soltanto economica) si sta giungendo?

Certo il fenomeno della birra artigianale è in costante crescita da un decennio ormai, questo a chi come noi è legato in qualche modo a questo mondo non può che far piacere, ma come dice il detto “non è tutto oro quello che luccica!”, infatti capita non di rado di sentire parlare di moda della birra artigianale, di settore da sfruttare ed ancora di  mercato da cavalcare, e si assiste all’apertura da parte di ristoratori, imprenditori e non solo di brewpub o microbirrifici solo per investimento, ne scaturiscono scarse birre, pessima cultura birraria e talvolta un indottrinamento negativo di quelli che per loro sono e restano solo clienti, parlo anche per esperienze personali che viviamo anche nella nostra città purtroppo, quindi non ci resta che impegnarci di più cercando di diffondere la vera cultura per la birra e sperare che il mercato faccia fuori da solo quelle che io definisco infezioni!

Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale?

Mi devo complimentare per il lavoro fatto in tutti questi anni dalle varie associazioni birrarie, in primis da UB, che ha svolto un lavoro difficile affiancando noi homebrewers oltre che i professionisti del settore, colgo anche l’occasione per incitare UB a proseguire in questa direzione.

L’unico modo di dare consapevolezza alle persone delle differenze tra la birra artigianale e quella industriale è quella di fare cultura nei modi più molteplici (degustazioni, apertura microbirrifici, diffusione delle birre artigianali, ecc), bisognerebbe sempre abbinare ad una buona birra la sua buona presentazione e spiegazione, così come avviene per le opere d’arte in un museo, al fine di far capire realmente a chi la beve cosa è realmente la birra artigianale. Oltre a questo sarebbe opportuno comunque che i prezzi delle bottiglie siano rivisti, perché così si rischia che queste “opere” restino lontane dalla maggior parte delle persone abituate a “scarabocchi” industriali.

Novembre 2007

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