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Dossier Birra e Salute

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Smoked porter

Alaskan Smoked Porter

Left Hand Imperial Stout

Oak Aged Yeti Imperial stout

Gonzo Imperial porter

Birra e Salone del Gusto 2006

Termina il Salone del Gusto Edizione 2006, vediamo cosa è successo e i giudizi.

I numeri dell’ultima giornata del Salone del Gusto 2006

Bilancio straordinariamente positivo per la VI edizione del Salone del Gusto, giunta alla sua ultima giornata. I passaggi al Salone raggiungono per quest’ultima giornata quota 25 700 per un totale di ben 172 400 nei cinque giorni della manifestazione (contro i 140 000 della passata edizione). Un incremento notevole con un aumento complessivo dei visitatori pari al 23% rispetto al 2004. Il dato interessante di questa edizione è la partecipazione di visitatori, insegnanti e ragazzi agli appuntamenti educativi dell’Aula Dolce Amaro e dell’Aula Magna del Gusto.

La via dei Formaggi

I ragazzi si sono rivelati sempre più attenti e preparati ai temi discussi e molti visitatori hanno chiesto informazioni per poter partecipare ai Master of Food anche al di fuori del Salone del Gusto. Una media di 150 persone ha preso parte ai vari convegni e appuntamenti educativi, circa 660 ragazzi hanno seguito i percorsi didattici e 210 insegnanti hanno partecipato agli appuntamenti di condivisione dei metodi di educazione alimentare con colleghi di ogni parte del mondo. Considerando anche i 610 ragazzi coinvolti nelle attività didattiche alimentari presso gli stand Lurisia, De Cecco e Coop, alla fine del Salone si possono quantificare in circa 5870 i ragazzi e insegnanti che hanno fatto visita al Lingotto Fiere. Sono 1180, infine, le persone che hanno preso parte ai 21 appuntamenti con le lezioni Master of Food.

Slow Food dà i voti al Salone del Gusto 2006

È ora di bilanci anche per Slow Food sui risultati di questa edizione 2006 del Salone. Prima di tutto gli organizzatori vogliono lodare il comportamento dei tanti visitatori che hanno affollato i padiglioni del Lingotto. Un pubblico che si è distribuito in modo uniforme, esprimendo un interesse vivo e attento per il cibo in vendita o in degustazione; partecipando attivamente a conferenze, dibattiti, laboratori.

Un particolare apprezzamento va ai visitatori che hanno dimostrato grande pazienza nell’affrontare le lunghe code e i disagi dovuti all'afflusso straordinario. Insomma, un pubblico educato, informato, attento, assolutamente in linea con le idee di Slow Food.  Per quanto riguarda gli espositori, ottimi voti a chi tra di loro ha dimostrato di aver capito lo spirito del Salone: stabilire un rapporto con il consumatore, renderlo partecipe e attivo nel momento dell’acquisto, aiutarlo a diventare coproduttore.

Voto negativo invece per coloro che si ostinano a propinare “assaggini” a pagamento: «Questo atteggiamento va contro le nostre precise indicazioni» afferma Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. «Il problema è che con oltre 700 espositori e migliaia di persone nei padiglioni, ci risulta difficile esercitare controlli costanti. E dopotutto, non siamo poliziotti».

Giudizio sospeso per il quartiere fieristico. «Nel 2008, a parità di condizioni, il Lingotto non potrebbe reggere un altro Salone del Gusto. È evidente» continua Burdese «che la struttura non è più adeguata per accogliere una tale quantità di pubblico; soprattutto se si pensa che i nostri visitatori hanno esigenze particolari, essendo in buona parte stranieri. Ma potrebbero esserci novità per il futuro. Confidiamo nelle istituzioni partner del Salone del Gusto - Città di Torino e Regione Piemonte - perché hanno espresso la volontà di stabilire un piano di sviluppo per la struttura fieristica».

Più che positivo il giudizio per come i media provenienti da tante parti del mondo sono riusciti a cogliere il giusto senso di entrambe le manifestazioni, Salone e Terra Madre, fornendo un’informazione di ottima qualità, completa, critica e molto attenta.

Massimo dei voti alle migliaia di persone che hanno lavorato alla realizzazione della manifestazione. «Grazie a volontari, soci, addetti ai lavori e a tutti coloro che hanno fatto funzionare a pieno regime la complessa macchina organizzativa del Salone del Gusto e di Terra Madre. Tutti hanno svolto un ottimo lavoro» si compiace Burdese.

In conclusione, in questi giorni Torino e il Piemonte si sono guadagnati agli occhi del mondo il ruolo di protagonisti sui temi complessi legati al futuro del cibo.

La Via della Birra e i Laboratori birrari

di Saerdna www.hobbybirra.it/saerdna

La nostra prima volta al Salone di Torino, l'anno scorso abbiamo fatto una veloce visita al Cheese 2005, ma senza partecipare ad alcun laboratorio. Quest'anno ci siamo svegliati per tempo scegliendo il giorno di venerdì, sperando che ci fosse poco caos, ma già dal nostro arrivo le cose si sono dimostrate essere diverse. La scelta dei laboratori è caduta sulla Verticale di Scires di Agostino Arioli (birra che verrà commercializzata dal prossimo anno), e su Black Magic, Le seducenti nere d'America, viaggio tra le birre nere americane, accompagnati per mano da Charlie Papazian ed Eric Wallace (Left Hand Brewery).

Prima di raccontare un po' cosa è accaduto devo partire con gli elogi, prima di tutto per Kuaska che ha partecipato ad entrambi i laboratori ed ha organizzato (o comunque ha messo molto del suo) per la riuscita di questi 2 fantastici eventi; per Agostino che ha dimostrato di essere veramente al top in tutto, sia per le birre sia per la disponibilità e competenza dimostrate durante i laboratori; per Billy, lui c'è sempre, attento a spillare bene se no ripassa il Polli e ti sgrida...; all'organizzazione generale dei laboratori dedicati alla birra, non so nella persona di chi ma veramente meritano un applauso.

Eric Wallace - Left Hand Brewery

I laboratori. La verticale di Scires iniziava alle 12, e noi alle 12 stavamo entrando nel parcheggio sotto al Lingotto. Usciti dal parcheggio ci dirigiamo all'ingresso, e pure qua una coda spaventosa alle casse, (consiglio, acquistate i biglietti online se potete, vi risparmierete 10-30 minuti di coda). All'alba delle 12.15 entriamo nel padiglione 5, quello dei laboratori del gusto, e dopo aver ritirato i biglietti entriamo nella sala in cui si svolgerà il laboratorio sulla Scires: per fortuna non era ancora iniziato! Vengono servite le birre mentre Agostino, Kuaska e Charlie Papazian parlano delle kriek, del processo di produzione e in particolare della produzione della Scires, in cui gli ingredienti fondamentali, che la distinguono dalle altre kriek, sono il luppolo vecchio e i trucioli di legno (chips), aggiunti durante la maturazione per dare complessità alla birra. Inoltre si parla abbastanza approfonditamente di brettanomiceti e batteri lattici, discorso molto interessante anche per gli HB. Alle birre (2002-2003-2004-2005 e 2 tipi del 2006) sono stati abbinati 2 tipi di formaggi (formaggio di yak e toma ossolana di 5 anni) e un pane prodotto in Alto Adige al cui interno ci sono delle pere e delle spezie varie (direi su tutte cumino); abbastanza interessanti gli abbinamenti, anche se come dice Agostino, ma birra è fatta per essere bevuta da sola, gli abbinamenti sono poi una conseguenza, e molto spesso non sono proprio azzeccati. Il laboratorio si conclude dopo circa 90 minuti tra gli applausi dei presenti, con l'augurio di trovare sul mercato nei prossimi anni questa fantastica birra.

Stand Real Ale

Coda al bagno (sarebbe veramente un particolare da sistemare, 10-15 minuti di coda nei bagni mi sembrano veramente troppi per una manifestazione del genere), e poi entriamo finalmente nella fiera. La gente è veramente molta, e salta all'occhio la massiccia presenza di scolaresche e di ragazzini, che contribuiscono a creare confusione nei padiglioni.

Stand Brewery Association

Passiamo davanti allo stand della Brewery Association, ma c'era troppa ressa e non siam riusciti a fermarci a fare qualche assaggio, e poi davanti allo stand delle Real Ale, ma anche qua tra la ressa, e il presentimento di trovare birre come al solito messe male, ci fa desistere (presentimento confermato poi da Darkav che ci dirà che la Summer Lightning sembrava uovo marcio liquido...).

Sono quasi le due, e lo stomaco brontola, quindi cerchiamo qualcosa da mangiare, e poi ci dirigiamo verso la via della birra dove facciamo una lunga sosta. Allo stand Unionbirrai assaggiamo la Grafite del Beba, la Omnia del Babb, e dopo un po' la Ley Line del Bi-Dù e la bock (credo si chiami Shaula, e non sembra una bock) del birrificio Atlas Coelestis. Inoltre dai vari stand assaggiamo la Confine, e la Shangrilà Fume (spillata a pompa e veramente molto aggressiva). Altro giro in fiera nella zona dei presidi, veramente la migliore che abbiamo visitato, i produttori sono quasi tutti molto simpatici e scambiano quattro chiacchiere sempre con piacere; dopo gli acquisti è quasi ora di andare al laboratorio, quindi passiamo a salutare alla via della birra quindi ci dirigiamo verso il padiglione 5 per Black Magic.

Al tavolo del relatori ci sono Charlie Papazian, Kuaska, Agostino Arioli ed Eric Wallace, mentre la sala ha ancora dei posti liberi, nonostante qualche giorno prima online ci fosse il tutto esaurito; Charlie inizia descrivendo i 2 stili che andremo ad assaggiare, in particolare stout e porter, spiegando anche qualcosa riguardo le birre affumicate, in particolare 2 smoked porter. Ci viene portato un piatto con 5 assaggi di formaggio, un erborinato di capra, un montasio stagionato, una ricotta affumicata, un bitto e un altro formaggio parecchio stagionato di cui non ricordo nome e provenienza; quindi si inizia con gli assaggi, le birre in ordine cronologico sono state:
Shakespeare (oatmeal) stout, Rogue Ales, Newport, Oregon; 6.1%
Smoked porter, Stone brewing Co., Escondido, California; 5.9%
Alaskan smoked porter, Alaskan Brewing Co., Janeau, Alaska; 6.5%
Left Hand Imperial stout, Left Hand Brewing Co., Longmont, Colorado; 10.4%
Oak Aged Yeti Imperial stout, Great Divide Brewing Co., Denver, Colorado; 9.5%
Gonzo Imperial porter, Flying Dog Brewing Co., Denver, Colorado; 9.5%
Worldwide Stout, Dogfish Head Brewing Co., Milton, Delaware. 18+%


Come vedete ho segnato anche il grado alcoolico delle birre in quanto, soprattutto le ultime 4, si distinguono anche per quello. Devo dire di essermi stupito per varie cose assaggiando queste birre, ma principalmente posso riassumerle in pochi punti:

- l'utilizzo magistrale del peated e dei vari malti affumicati, da noi quando si assaggia una birra affumicata (la stessa Shangrilà Fumè assaggiata quel giorno ma anche altre birre italiane affumicate) ci si aspetta un affumicato coprente e molto intenso, mentre queste birre affumicate americane sono perfettamente giocate sull'equilibrio di tutte le componenti, affumicato compreso;

- il luppolo che anche in birre di questo genere, che tradizionalmente non sono luppolatissime, riesce a farsi sentire, in alcuni casi (Yeti imperial stout) un luppolo fresco e fragrante, e molto intenso, in altri casi (per esempio nella Gonzo imperial porter) bilanciatissimo con le altre componenti, ma comunque presente;

- la facilità nel creare birre di questo grado alcoolico ma comunque molto beverine, in qualche caso pure troppo.

In definitiva un laboratorio molto interessante, che ha permesso di assaggiare birre che altrimenti sarebbe praticamente impossibile provare tutte assieme qua in Italia; molto interessante la notizia che Eurosaga importerà presto birre americane, in particolare le Rogue Ales, e poi speriamo che possa in futuro portarne tantissime.


freccia.gif (89 byte)Il Piccolo Birrificio al Salone del Gusto 2006


Le foto sono state fornite da Daniele Merli

www.hobbybirra.it/spaghetto

Stand Grado Plato

Stand Bi-Du

Stand Birrificio Italiano - Cittavecchia - Lambrate

Stand Piccolo Birrificio

Stand Brewers Association
Stand Bohemia Regent
Stand Birra Baladin
Stand Birra Baladin

Fonte Comunicati - Report di Saerdna - Foto di Daniele Merli

Ottobre 2006

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.16

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