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Mo.Bi. Movimento Birra - Conosciamo le loro idee

A poche settimane dalla sua presentazione, la nuova associazione fatta solo di consumatori, Mo.Bi. acronimo di Movimento Birra (www.movimentobirra.it ) ha già catalizzato l’interesse di molti appassionati. Anima di questo movimento sono Davide Bertinotti, Lorenzo Dabove e Luigi D’Amelio. Chiediamo loro che progetti hanno per questa nuova realtà.

Cominciamo con Davide Bertinotti www.bertinotti.org

MoBi, da quello che leggiamo nella sua presentazione, nasce in modo spontaneo da consumatori consapevoli con l'intento di rappresentare i legittimi interessi dei semplici consumatori di birra. Significa che in passato ci sono stati fatti o eventi che sono andati nella direzione contraria?

Significa che si è sentita la necessità di fare chiarezza. Quando un settore è embrionale, necessita di tutto il supporto possibile da ogni attore sul campo. Se questo però cresce a grossi ritmi è utile per tutti una voce autorevole ed indipendente che segnali cosa non va e cosa è migliorabile. Per scendere nel concreto, favorire lo scambio di informazioni e opinioni dei consumatori che tenda a favorire i birrifici che lavorano bene ed evidenziare chi opera male, per imperizia, menefreghismo, o peggio, dolo.

Questo è un processo che si crea anche con l'educazione al consumatore: la realizzazione di corsi di degustazione è in cima alla lista di “cose da fare” da parte di MoBI

Tema dei prezzi. Come possiamo noi consumatori e voi con MoBi incoraggiare un effetto calmierante sui prezzi attuali delle birre artigianali?

Informazione e trasparenza. Se per poche produzioni di nicchia sono sostanzialmente corretti i prezzi che si vedono al dettaglio oggi, per molte bottiglie non c'è giustificazione alcuna. E' anche compito di una associazione di consumatori spiegare che esiste una differenza tra una birra realizzata con materie prime costose, anni di invecchiamento in botte e magari un packaging ricercato ed una normalissima bitter, giusto per fare un esempio. Inoltre ritengo che MoBI si debba far carico di richiedere ai produttori uno sforzo di trasparenza, segnalando pubblicamente i loro listini all'ingrosso: in questo modo saranno più trasparenti anche i ricarichi dei distributori e dettaglianti. Se un alto ricarico può essere parzialmente giustificato in un bar/pub, non si può accettare che un beershop venda la medesima bottiglia con prezzo raddoppiato. Poi il mercato è aperto, e ciascuno offre i prodotti al prezzo che ritiene opportuno. Ma il consumatore è libero se acquistare o meno, e l'ultima decisione è la sua!

Molti di voi provengono dalla storia di Unionbirrai e molti di voi hanno reso strutturata UB grazie ad anni di sacrifici e tanta passione. Come vi ponete nei confronti di quella che si presume possa trasformarsi in un’associazione di soli birrai?

Personalmente mi auguro (da tempo!) che UB divenga un a vera associazione di categoria, con utili servizi agli associati. In questo modo i birrifici Unionbirrai avrebbero mezzi per migliorarsi tecnicamente, per accedere a materie prime in modo collettivo e a prezzi inferiori, fare lobby nei confronti della burocrazia. Questo si tradurrebbe in benefici all'intero settore e quindi anche ai consumatori. Anche da dentro UB mi sono battuto per questo, ma è ovvio che sono gli operatori professionali che devono “darsi una mossa”. Non possono attendersi che siano i semplici appassionati a “tirare la carretta” per loro conto.

Data la tua esperienza, l’idea di promuovere la produzione casalinga di birra (homebrewing) è un tuo vecchio cruccio. Potrebbe dare una mano ai produttori artigianali?

In passato è stato - nei fatti - in questo modo: molti birrai professionali arrivano dalla produzione casalinga e personalmente sono orgoglioso del fatto che alcuni di questi sono transitati dai corsi per homebrewing che ho tenuto in giro per l'Italia.

Non è tuttavia sufficiente essere homebrewer per diventare automaticamente un bravo birraio: servono anche nozioni ed esperienze professionali.

Passiamo a Lorenzo Dabove (in arte Kuaska) www.kuaska.it

Anche tu Lorenzo provieni dall’esperienza di Direttore Culturale di UB, o almeno è quello che facevi di fatto. MoBi si propone di promuovere la cultura birraria. Cosa cambia rispetto alla tua attività fatta sotto l’egida di UB?

Voglio fortemente che MoBI diventi il punto di riferimento di tutti i consumatori consapevoli di birra nel nostro Paese. A fianco di idee ed iniziative nuove, manterrò alcune competenze che avevo in UB, prima tra tutte l’organizzazione di degustazioni in seno ad eventi di grande rilevanza, estendendo maggiormente tale attività  anche all’estero dove godo di una crescente reputazione che vorrei “sfruttare” per trascinare il piccolo ma vivace mondo della nostra birra artigianale. Ho entusiasticamente aderito a MoBI dopo aver avuto assicurazione di avere totale carta bianca e di poter quindi lavorare serenamente senza pressioni che in UB subivo, al limite del mobbing, dalla parte “professionale” (birrai)  statica ed ingerente che aveva già spinto ad un doloroso e sofferto distacco persone serie competenti e dinamiche come Davide Bertinotti e Max Faraggi (la parte “non professionale”).

Un altro tema molto importante è quello del favorire la crescita di degustatori consapevoli e aggiungo io istruiti. A mio parere adesso la situazione è davvero allo stato embrionale. Ci sono poche persone che posso definirsi degustatori.

Poche persone? Strano perché oggigiorno sono in molti ad autodefinirsi tali. MoBI ha messo al centro del progetto l’educazione del consumatore tramite l’affinamento delle proprie capacità olfattivo-gustative, conoscenza dei sempre più numerosi stili birrari e apertura mentale verso la nuova frontiera degli abbinamenti tra cibo e birra e della cucina alla birra che vedrà, nel giro di pochi anni, l’Italia come principale protagonista.

In quest’ottica vedo che organizzerete rassegne, seminari, convegni, concorsi e corsi. Ritenete quindi che l’esperienza di Birra dell’Anno vada trasformata e gestita ad esempio da voi?

Proprio i contrasti nati dalla diversa filosofia tra me e il management UB (a mio avviso dominato dalla parte professionale) nell’organizzazione ed interpretazione di Birra dell’Anno è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vorrei quindi precisare che MoBI  darà il proprio contributo logistico solo a concorsi che siano organizzati e sotto la responsabilità di un ente indipendente e super partes. Per quanto riguarda i corsi, siano essi di homebrewing, di degustazione o di cultura della birra, cercheremo di  pensarli e renderli il più pratico e arricchente possibile per i corsisti che, una volta lanciati in conduzione di serate o laboratori di degustazione, abbiamo accanto a mere nozioni accademiche anche il dono della comunicazione per saper trasmettere il sacro fuoco della passione e dell’entusiasmo.

Un tema per me cruciale è quello editoriale (periodici e testi specialistici). Tu Lorenzo hai scritto alcuni libri, ma sai bene che il settore è quasi saturo di pubblicazioni, ci vuole qualche idea nuova e davvero interessante.

Concordo, ci sono molte pubblicazioni ma la maggior parte sono a dir poco orribili, piene zeppe di inesattezze derivanti da una totale incompetenza, dote che evidentemente non interessa a molti editori. Noi abbiamo molte idee innovative  in merito e presto se ne vedranno i frutti. Dateci ancora un attimo, siamo appena nati anche se già con gli attributi ben sviluppati.

Concludiamo con Luigi D’Amelio (in arte Schigi)

Luigi, c’è bisogno di informazioni vere, di degustatori veri e con vera esperienza. Attualmente quelli in grado di definirsi tali, sono 3 o 4? Mo.Bi. potrebbe essere un modo per crearne di nuovi?

E' una delle sfide più importanti per MoBI. Solo un consumatore avveduto e con solide basi degustative può permettersi di giudicare i prodotti e premiare anche il migliore rapporto qualità prezzo.

I corsi , che MoBI proporrà, dovranno però avere come priorità quella di trasferire “passione” (che vedo come il nostro vero valore aggiunto) oltre alla tecnica, che in realtà è inutile senza il primo ingrediente. Oltre a ciò, deve essere un fondamentale (ancorché difficile) obiettivo, migliorare le cognizioni degustative di chi produce la birra, che spesso si rivelano il vero ostacolo al miglioramento della qualità.

I rapporti quindi con Unionbirrai e a questo punto, perché no, Assobirra, cercherete di costruirli, e se si, avete già iniziato qualche contatto?

Tutti noi, come hai sottolineato, abbiamo collaborato (alcuni di noi anche qualcosina di più ;-) ) con UB e sarebbe ridicolo oltreché controproducente rinnegare il passato che è stato importantissimo per la crescita di tutti.

Per come la vedo le sovrapposizioni di compiti e di ruoli andranno velocemente a scomparire. MoBI deve essere vista come una grande opportunità per i produttori di birra artigianale di qualità e, d'altro canto, noi senza di loro neanche esisteremmo.

Secondo te incoraggiare lo scambio di informazioni sui metodi produttivi a chi può servire, consumatori e produttori?

Il consumatore deve avere le informazioni necessarie per apprezzare il prodotto.

Nel vino la scheda tecnica è scontata. Non credo che chi fa la birra debba dire troppo di più. A parte le dichiarazioni di facciata , in un sano sistema di competizione i birrai sono tra di loro concorrenti ed è giusto che tengano i “segreti” produttivi solo per se stessi.

Questi due anni per la birra artigianale me li ricorderò per due eventi sostanzialmente. Prima l’addio dei consiglieri storici di UB e la creazione attuale di Mo.Bi e la nascita di altri 80 microbirrifici. Ma perché la birra artigianale interessa così tanto?

Tra gli ormai quasi 300 microbirrifici (ho perso il conto) c'è di tutto. Il verbo “interessa”, in buona parte di questi, ha una valenza letterale. Non bisogna dimenticare che TUTTE sono imprese, e come tali hanno come stella polare (giustamente), il conto economico. Questa crescita esponenziale fa però pensare all'adagio “piatto ricco mi ci ficco”.

MoBI deve cercare di creare una platea di consumatori consapevoli che premieranno le imprese in cui la percentuale di passione e di qualità sia il più possibile preponderate rispetto a quella del mero profitto. E' per questo che il primo evento che hai citato è stato necessario per una corretta distinzione dei ruoli in campo.

Ulteriori info su www.movimentobirra.it  

Fonte Redazionale

Aprile 2009

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.18

 

 

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