Intervista al Birrificio Cittavecchia
© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.
Le nazioni della birra
|
Birrificio Cittavecchia
Video intervista durante Il Salone del Gusto 2004 Video intervista durante Pianeta Birra 2006
E' una vera e proprio microbirreria, non ha un suo pub, ma rifornisce ristoranti e pub della zona di Trieste. Il mastro birraio, Michele Barro, e' un appassionato ed esperto homebrewer che nell'estate 99 ha fatto il grande passo. Produceva inizialmente una lager chiara ed una rossa in stile Vienna, più forte ma più attenuata, gustosa senza essere pesante. In seguito si e' aggiunta anche la strong ale formidabile. Risponde Michele Barro (Intervista rilasciata nell'Anno 2004)
Se vi siete recati allo scorso Pianeta Birra, che opinione vi siete fatti
dell'evoluzione di questo appuntamento. Secondo il tuo parere, l'evoluzione
che ha raggiunto, va nella direzione di una concreta diffusione della
cultura birraria o si sta sempre più appiattendo verso i grandi colossi
multinazionali? Ho cominciato come hobbista, ho sempre amato l'attività artigianale, in tutte le cose: conoscere le regole del gioco, maneggiare gli ingredienti e trasformarli. Si è mai pentito di aver aperto un microbirrificio? No,
anche se è un'attività tutt'altro che facile. In che modo proponete le vostre birre? Ovvero la distribuite nel vostro locale o la fornite ad altri gestori della zona? Non
ho un locale di mescita, le vendo a ristoranti, enoteche e gastronomie. Vi preoccupate di realizzare dei corsi di formazione per coloro che poi distribuiscono la vostra birra nei locali, ovvero vi preoccupate del mondo col quale la spillano, la conservano, la servono ai tavoli, e quindi temperatura di servizio e gestione dei bicchieri? Certamente si, anche se a livello molto informale, quindi non dei veri e propri corsi. Michele
Barro con moglie e figli Può parlarci di qualche abbinamento gastronomico che proponete nel vostro Brewpub, e soprattutto come nasce un abbinamento gastronomico con le vostre birre? Cerchiamo
di promuovere l'abbinamento con la cucina triestina, anche se non è molto
conosciuta in Italia. In particolare Weizen con il prosciutto cotto in
crosta tagliato a mano e spruzzato di cren, (ma è ottima anche con il
pesce). Rossa con il Goulash e Formidable con la tipicissima Putizza, ma
anche con la più conosciuta Sacher. Chiara la accompagnerei al a Jota, una
locale minestra di capuzi garbi (cavolo cappuccio) e fagioli e patate. Quale delle sue birre incontra il maggior riscontro del pubblico? In termini di vendita, ovviamente Chiara, di critica Formidable e Weizen Quale tra le sue birre non riscuote il successo che Lei sperava, e secondo Lei per quale motivo? Non
abbiamo un problema del genere. Rossa è una birra che si fa notare meno, ma
ha un pubblico affezionatissimo. Si dice che in Italia ci sia un centinaio di microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è sicuramente in crescita, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell'appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Il trend che si sta assestando è di per sé positivo, ma secondo il suo parere, verso quale crescita (non soltanto economica) si sta giungendo? Certamente
il numero aumenterà ed è ovviamente un bene. Credo che creare una cultura
birraria significhi però la diversificazione delle proposte, e la creazione
di stili autonomi e riconoscibili. In questo gli italiani potrebbero avere
una marcia in più, e credo che i primi esempi siano già promettenti. Sa che il nostro portale si preoccupa di informare i suoi lettori dei benefici che questa bevanda possiede. E non ci riferiamo solo al basso contenuto calorico, ma anche alle ricerche di settore, che ne segnalerebbe delle virtù molto interessanti. Faccio anche a Lei una domanda a cui teniamo. In Spagna, che attualmente ha un consumo maggiore dell'Italia, è stato creato un Centro di Informazione Birra e Salute. Secondo Lei sarebbe possibile investire in tal senso anche in Italia, ovvero rendendo i consumatori molto più consapevole degli effetti benefici che ha questa bevanda, mettendo in risalto anche l'aspetto del consumo moderato e consapevole? Sono d'accordo sul consapevole ma perché moderato? Scherzi a parte, sarebbe certo una lodevole iniziativa, anche se credo che avrebbe un buon effetto su un pubblico adulto e meno su quello più giovane che purtroppo è un po' meno sensibile alle campagne di questo genere. Va detto che l'Università di Udine, all'interno del corso di laurea in Tecnologia degli Alimenti vi è un corso sulla birra in cui questo aspetto riveste una grande importanza. Kuaska
che degusta la birra Cittavecchia Quanto importante considera lo studio del bicchiere in cui versare la birra, ovvero la scelta del bicchiere corretto per esaltare le qualità la sua bevanda? Non si tratta di "stilismo" o snobberia; se proviamo a versare una pils in un baloon ci accorgiamo subito della differenza.
Ce l'ho, ma vendendo la mia birra all'esterno e non avendo un brewpub, le possibilità di variare e arricchire il menù sono molto ridotte. Quindi la prossima birra dovrà aspettare un po'. Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale. Non tutti gli operatori hanno lo stesso atteggiamento, c'è chi è prevalentemente un gestore di locale, e chi è più birraio e ancora chi è prevalentemente imprenditore. A me ovviamente interessa più il secondo caso, ma penso che nel caso di brewpubs sia importantissimo che tutti e tre gli aspetti siano ben curati. Per quanto riguarda la "consapevolizzazione" dei consumatori, il miglior metodo è fare della birra sempre più buona e riconoscibile, non dando per scontato che sia migliore solo perché è artigianale. |
© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari