Viva la Birra... inviami una mail

Informazioni

Argomenti Correlati

Registi e scrittori, tutti pazzi per la birra
Sicilia e birra
Birra Ovunque nel mondo
Segnala una microbirreria
Le schede di degustazione
I quadri da locale sulla birra
Praga, una città a tutta birra
I BrewPub Italiani
I beershop Italiani
Beck's Italia diventa Interbrew Italia
Gli sfondi Beck's
I siti delle aziende birrarie dalla A alla Z
I siti delle aziende birrarie ordinate per nazione
L'archivio delle notizie mese dopo mese
L'archivio delle newsletter
I nostri banner nel tuo sito
Cosa dicono di noi
Kuaska a Palermo
I Link che vi consigliamo
Birra alla castagna
Birra alla castagna/2
Il turismo birrario
La scheda della Guinness Extra Stout 
Il dossier di Bar Business sulla Birra in Italia
La festa di San Patrizio
Chi è Charlie Papazian
La scheda della Affligem Dubbel
I gruppi musicali che si propongono per eventuali spettacoli legati alla birra
Birra e Formaggio - Daniele Fajner
La scheda della Cantillon Kriek
L'etilometro on line
Vuoi organizzare un evento?
Il mio pub preferito - M. Jackson
Birra e Formaggi - Dionisio Castello

 

Iscriviti alla newsletter

L'indice degli argomenti

Come si spilla la birra?

Come si degusta una birra?

Dossier Birra e Salute

© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.

info@mondobirra.org

L'indice delle notizie

Bere nella Grande Mela


di Michael Jackson

slowine
messaggero di gusto e cultura
numero 27, marzo 2002

The Gingerman
11 East 36th Street (tra la Quinta e Madison)
Tel. (212) 532-3740
È intitolato al protagonista del romanzo di J. P. Donleavy, un irlandese-americano di New York. Qualche anno fa in città c’era un pub Gingerman, ma questo è stato aperto nel 1997. È uno dei vari pub di New York che offre una grande scelta di birre caratteristiche alla spina, in questo caso oltre sessanta. Pur avendo una selezione più che rispettabile di microbirrifici americani, ha un accento internazionale, dalla Irish Stout della Murphy alle ales britanniche come Greene King Abbot, dalla belga Maredsous alla tedesca Erdinger Dunkel. Tra i pub multi-tap (così si definiscono i locali che offrono una vasta scelta di birre alla spina) della città è il più centrale, vicino alla Fifth Avenue, a pochi isolati di distanza dalla 42nd Street. E non è riservato esclusivamente agli appassionati di birre speciali: pur appartenendo a una nuova generazione, ha veramente il carattere di un tradizionale saloon newyorkese. L’oste, Bob Precious, proviene da una famiglia di New York e da bambino abitava sopra il saloon di sua zia, che si chiamava Paddy’s. Con i suoi sei piedi e tre pollici ha la statura, se non il peso, per fare questo mestiere. Come il protagonista di The Gingerman, ha frequentato il Trinity College di Dublino studiando letteratura inglese, deciso a «scrivere come Joyce», anche se le sue pubblicazioni erano più che altro recensioni di film. A Dublino ha bevuto in pub letterari come Davey Byrne’s e O’Donohue’s, oltre che da Mulligan’s, celebre per la qualità della sua Guinness. Nel suo pub Precious sottolinea l’importanza di servire la birra nel modo giusto, ma ha un occhio di riguardo per il cibo e ammette, sia pure con riluttanza, di servire panini e “cibo da pub”. I piatti saranno semplici, ma il locale è davvero molto popolare, affollato da quelli che una volta si chiamavano yuppies, ed è rumoroso nelle ore di maggiore presenza. «È un gran posto. C’è un sacco di gente. Tutti che parlano, mi piace davvero», sorride Precious. Nei momenti più tranquilli, in particolare all’ora di pranzo dei fine settimana, è un’oasi di buona birra in una zona costellata di negozi e uffici. Il pub è molto stretto, simile a un corridoio, eppure si trova un po’ di spazio negli angoli per una poltrona e a volte qualche tavolo. È invece interminabile nel senso della lunghezza, con un bancone di quindici metri, e molto alto: il rivestimento in rovere scuro arriva quasi a due metri e mezzo di altezza e il soffitto è alto ben sei metri e mezzo. Precious spera che la sua ristrutturazione faccia risaltare le origini anni Venti dell’edificio. È stato un pioniere dei multi-taps, in Texas nel 1985, dove si è interessato anche alla Tequila, tanto che proprio di fronte al locale c’è il suo Tequila bar il cui nome, Volcano, allude all’opera di Malcolm Lowry.

The Blind Tiger Ale House
518 Hudson Street (all’angolo con la West 10th Street)
Tel. (212) 675-3848
Sito web: www.blindtiger.citysearch.com
Il nome nello slang americano indica uno spaccio clandestino di alcolici. Il locale si trova a un incrocio ben noto del Greenwich Village. Sebbene l’edificio degli anni Venti dell’Ottocento sia stato una macelleria italiana e poi una farmacia, prima ancora era stato un pub irlandese e ultimamente era un bar gay prima di diventare un pub specializzato in birre dei microbirrifici americani. Serve un paio di dozzine di birre alla spina ed è un grande sostenitore delle birre di New York, tanto da offrire alcune delle specialità decisamente caratteristiche dei birrifici di Brooklyn e Southampton. L’oste, David Brodrick, è di origini celtiche del ramo scozzese, con una remota parentela con la famiglia Gunn (il poeta Neil Gunn scrisse una delle prime odi al whisky). Brodrick è un altro oste-scrittore; ha studiato giornalismo, ha fatto il tassista e ha scritto tre romanzi (ancora inediti), mantenendosi con il lavoro in un bar. Anche lui è alto sei piedi e tre pollici, evidentemente la statura giusta per un oste; ha aperto The Blind Tiger nel 1996, quando le birre artigianali erano in pieno boom negli Stati Uniti. Al locale, con le sue finestre di vetro al piombo, si accede salendo due o tre gradini dal marciapiede. All’interno la piccola sala quadrata è trasformata in una “L” dal bancone, dietro cui si trova una collezione di libri, comprese diverse opere sulla birra. Il locale ha ereditato il bancone e il soffitto di stagno. Non mancano separé e tavoli di pino costruiti personalmente da David. «Volevo dare l’impressione che sia sempre stato qui, e voglio che duri per sempre», afferma. The Blind Tiger non ha una cucina, ma si può ordinare da mangiare nei ristoranti vicini. All’ora di pranzo di sabato e domenica, quando è particolarmente popolare il Bloody Mary, vengono offerte gratuitamente tartine con pomodoro, scalogni e cipolle. La metà settimana ha un sapore particolare, grazie all’abitudine di Brodrick di allestire un tavolo con una selezione di formaggi di fattoria. A febbraio il pub propone una fiera dei formaggi del Vermont, accompagnati da birre dello stesso Stato; all’inizio di maggio è la volta delle birre e delle ostriche del Nord-Ovest e a metà ottobre tocca alle birre e ai salumi del Midwest. «Sono un proprietario di bar, non di ristorante», spiega Brodrick, «ma in questo lavoro si è un po’ come l’anfitrione nel corso di una festa: non vuole che gli ospiti si annoino; neanche io mi voglio annoiare, e non mi annoio mai. Non voglio trattare i miei clienti abituali come se fossero il mobilio, voglio offrire loro qualcosa che magari non hanno mai provato prima, stimolarli e tenerli svegli. Mi piace la diversità delle birre regionali, e lo stesso vale per i cibi. Abbiamo tante cose buone nelle diverse zone del Paese. Se si opera in questo settore, si ha la responsabilità di proporre alla gente questi piaceri».

d. b. a. (doing business as)
41 1st Avenue (tra la 2nd e la 3rd Street)
Tel. (212) 475-5097
I più appassionati bevitori di birre speciali prediligono questo bar riservato dell’East Village. L’edificio risale agli anni Settanta dell’Ottocento e la sala, molto lunga e stretta, è stata utilizzata sempre o quasi come bar nell’ultimo secolo. Negli anni Cinquanta e Sessanta il locale era noto per il bebop e successivamente fu acquistato da una stella del baseball. L’oste attuale, Ray Deter, ha studiato letteratura inglese e ha anche fatto il tassista. Fu convertito alla birra dal compagno di camera Dennis Zentek, che ha lavorato per un po’ come barista. Oggi sono soci del d. b. a. La sala ha una parete di mattoni nudi e l’altra intonacata color tabacco. Contiene una dozzina di tavoli con il ripiano di marmo e alcune sedie fatte a panca che una volta erano i banchi di una sinagoga. La porta sul retro dà su un giardino cintato, con il classico panorama newyorkese di scale antincendio sulle pareti esterne degli edifici. Deter ha sposato un’inglese, Cathy, e i frequenti viaggi in Inghilterra lo hanno appassionato alle birre condizionate in fusto. Il suo bar, che ha assunto il nome attuale nel 1994, è stato il primo a New York a servire birre condizionate in fusto. Cercate nomi come Fuller’s, Brakspear’s e Bateman’s. Si utilizzano tre pompe a mano di stile britannico per servire questo tipo di birre senza pressione del gas e alla temperatura naturale di cantina. Ci sono anche sedici spillatori tradizionali e 100-150 birre in bottiglia. Il bar propone anche whisky scozzesi single malt e un’ampia scelta di Tequile. Anche se a volte l’East Village è considerato un quartiere dove gli affitti sono bassi, la cosa è sempre stata relativa e comunque non è più vera. Deter e Zentek hanno dovuto faticare sul piano economico per aprire il loro bar, ma fin dall’inizio avevano l’obiettivo di dirigere «un locale di quartiere che offrisse il meglio di tutto». «Volevamo fare le cose in grande», spiega Deter, «e abbiamo mantenuto la decisione. Questo è un posto per gente a cui piace bere bene. Penso che abbiamo cercato di creare il tipo di bar che ci piacerebbe se fossimo clienti. Qualche volta, in un passato non troppo remoto, la parola “bar” indicava un posto anonimo in cui si andava per scomparire. Oggi il bar è un posto dove sei contento di essere notato. Abbiamo vetrine che danno sulla strada grandi quanto il locale. La luce è soffusa ma non è buio pesto; non è un posto per ragazzi. C’è musica, ma non a volume troppo alto. I prezzi sono ragionevoli, ma i prodotti che offriamo sono troppo cari per i ragazzi. È un locale per adulti». Il mantra di Deter è «sono un barista. Sono un barista e non dirigo un pub, ma un bar». E, prima di approfondire la distinzione, aggiunge: «Sono un barista. Non gestisco un ristorante. Non devo preoccuparmi di ordinare altro che birra, vino e superalcolici». I clienti possono ordinare nei ristoranti vicini.


Pubs di New York City
I miei preferiti


Upper East Side
Kinsale Tavern

1672 Third Ave (fra la 93rd e 94th Street)
Tel. (212) 348-4370
Irish bar con una bella selezione di birre.

Midtown
Heartland brewpub

285 6th Ave, alla 51st Street
Tel. (212) 582-8244
Anche nella 43rd Street e nei locali originali a Union Square.

West Village
White Horse

567 Hudson St (a pochi isolati dal Blind Tiger)
Tel. (212) 243-92600
Un luogo letterario: qui beveva Dylan Thomas.

Brooklyn
Mugs Ale House

125 Bedford Ave
Tel. (718) 384-8494
Comodo per visite alla Brooklyn Brewery.

Waterfront Ale House
155 Atlantic Avenue
Tel. (718) 522-3794
Anche a Manhattan, 540 Second Ave, 30th Street

 

Giugno 2005

© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari