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Brewpub del 2004 di Maurizio Ghidetti Flibus (birraio), che prevede una produzione annua di 25.000 litri. Le birre prodotte sono una IPA Pale Ale 6,2°, una AME al miele di castagno 7,5° e una Blanche 4,5°.

Risponde alla nostra intervista Maurizio Ghidetti

Come è nata in Lei la passione per la birra?

Tutto nacque in Inghilterra dove vivevo, a quel tempo una mia amica redigeva per una rivista specializzata le schede dei country pub del sussex. Per quasi tutti i weekend di un intero anno ho vagato non proprio sobriamente nelle campagne inglesi. La mia metereopaticità mi riportò in Italia a gestire un bel locale nel centro storico di Cairo Montenotte e scopro che un mio amico aveva da qualche anno annesso al suo già rinomato locale un opificio per la produzione di birra artigianale. Lo andai a trovare.

In che modo nasce l’idea di aprire un birrificio nella sua zona?

Erano anni che non rivedevo Teo e mi sorprese ancora di più vedere un paesello con il suo piccolo birrifcio. Ho sempre pensato che non poteva esistere e sussistere una tale realtà in un paese dove non vi sia una forte e radicata cultura per la birra, queste cose le avevo solo viste in Inghilterra. Mi ero sbagliato e con un pò di coraggio chiesi a Teo se mi introduceva nel mondo della birra artigianale.

In che modo proponete le vostre birre? Ovvero la distribuite nel vostro locale o la fornite ad altri gestori della zona?

Normalmente serviamo nel nostro locale 4 birre alla spina e 5 in bottiglia di nostra produzione. Abbiamo altresì 3 locali che servono la nostra birra alla spina, 2 in prov. Savona, uno in prov. di Alessandria e circa 40 clienti tra pub, negozi e ristoranti quasi tutti nella nostra provincia.

Nel caso in cui Lei distribuisse le sue birre in altri locali, vi preoccupate di realizzare dei corsi di formazione per coloro che poi distribuiscono la vostra birra nei locali, ovvero vi preoccupate del mondo col quale la spillano, la conservano, la servono ai tavoli, e quindi temperatura di servizio e gestione dei bicchieri?

Cerchiamo sempre di informare e consigliare i gestori e gli addetti alla mescita.

Quale delle sue birre incontra il maggior riscontro del pubblico?

Sicuramente la prima nata “la IPA” incontra più di tutte il gusto dei nostri clienti, segue la Scarampola n.8 e l’ultima nata la Champale creata per festeggiare l’arrivo del 2007.

In Italia ormai ci sono quasi duecento microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è in crescita considerevole, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell'appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Cosa pensa di questo trend di crescita?

Sicuramente la crescita del fenomeno ha avvicinato migliaia di nuovi appassionati e ha fatto conoscere nuovi e vecchi stili.

Conoscete manifestazioni come Pianeta Birra a Rimini, Cheese a Bra, Expogusto a Milano, Artebirra Pasturana, Salone della Birra artigianale a Milano, cosa ne pensate e avete intenzione di partecipare nei prossimi mesi a qualcuna di esse?

Abbiamo partecipato ad alcune delle sopra citate manifestazioni, per noi oltre ad essere un modo per poter farci conoscere fuori della nostra provincia, ci da la possibilità di incontrare e confrontarci con i tanti colleghi.

Può parlarci di qualche abbinamento gastronomico che proponete nel vostro Brewpub, e soprattutto come nasce un abbinamento gastronomico con le vostre birre?

La nostra specialità è lo stinco alla birra.

Assobirra per la birra industriale, UnionBirrai per quella artigianale, pensa che possano fare qualcosa per la vostra attività e su cosa gli chiederebbe di impegnarsi per risolvere le vostre problematiche quotidiane?

Chiederei che ci facessero da portavoce nelle sedi adeguate per promuovere una più semplificata gestione delle pratiche UTIF.

Ha in mente per il futuro prossimo qualche nuova creazione, o qualche specialità, che vuole anticiparci?

Al momento vi sono alcune nuove creazioni in programma, purtroppo il trasferimento del birrificio ha un po' rallentato gli esperimenti. Vi aspettiamo per la fine della primavera di quest’anno nella nuova sede, il bellissimo monastero del 1200 di Millesimo per degustare le ultime novità.

Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale?

Essendo i microbirrifici nel bene e nel male gli unici veri divulgatori di tutto quello che riguarda la “birra artigianale” si spera che traspari la passione, l’anima e l’amore per promuovere un prodotto di alta qualità Secondo me è solo questione di tempo e perseveranza da parte di noi artigiani nel ritagliarsi una piccola fetta nell’ampio campo culinario italiano. Non si può certo pensare che la birra prevalga sulla millenaria cultura vitivinicola