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Birra e ...

BIRRA E DIABETE

Bere per prevenire, ovvero "Drink to prevent" è, oltretutto, anche il titolo di uno studio statunitense rivolto ai diabetici e pubblicato sul JAMA (Journal of American Medical Association). Secondo gli autori, infatti, uno o due bicchieri al giorno di bevande a basso contenuto alcolico forniscono protezione nei confronti delle complicanze cardiovascolari del diabete di tipo 2, la più diffusa forma di questa malattia. Al contrario di altre bevande contenenti zuccheri, infatti, la birra non alza il livello di insulina. In pratica, quanto finora era valido per la prevenzioni di infarti ed aterosclerosi in pazienti a rischio di malattie cardiovascolari vale anche per i malati di diabete, con il risultato di allontanare i rischi più seri e di allungare le aspettative di vita. In questo caso specifico, però, c'è una "procedura" da rispettare: l'assunzione di alcolici per i diabetici non vale in termini assoluti. Il via libera per il consumo può e deve darlo solo il medico curante, che valuterà caso per caso le indicazioni da dare.


BIRRA E MENOPAUSA

Il 25 novembre 1999, nel corso del Simposio europeo "Birra e salute" ospitato a Bruxelles dall'Associazione europea dei produttori di birra (CBMC) è stato presentato uno studio dell'Instituto de Agroquimica y tecnologia de alimentos (IATA) di Valencia, Spagna che rileva l'aumento dei livelli di androstenedione, estrone ed estradiolo (tutti estrogeni) nelle donne che consumano abitualmente la birra… E come tale aumento mantenga più a lungo la funzione ovarica, ritardando in maniera sensibile la menopausa.


BIRRA E CANCRO

Una delle più recenti ed interessanti ricerche fatte in campo oncologico pubblicata dall'American Journal of Epidemiology (S.Chu, P.Wigo, L.Webster) e riguardante una possibile correlazione tra la birra ed il cancro al seno. I risultati di questo studio hanno infatti permesso di affermare che le donne che consumano abitualmente moderate quantità della bevanda non aumentano le probabilità di andare incontro al tumore della mammella rispetto alle donne che non hanno mai assunto alcolici.

Il rapporto tra cancro allo stomaco e birra è stato invece esposto da uno studio prospettico pubblicato sul Cancer Research (A.Nomura, J.S.Grove, G.N.Stemmermann, R.K.Severson) in cui si è riusciti a dimostrare che chi beve una corretta quantità di birra non rischia in alcun modo di veder aumentare il proprio rischio nei confronti del tumore allo stomaco. Stesse conclusioni si sono avute da una ricerca inglese sulle relazioni possibili tra la birra e il cancro al colon e da una ricerca americana in merito agli effetti sul cancro alla tiroide. Buone notizie circa il tumore al pancreas, poi, sono arrivate da un altro studio (C. Bouchardy, F.Clavel, C.La Vecchia, L.Raymond, P.Boyle) che nel considerare le interazioni fra l'alcol e la malattia ha stabilito che le bionde, le rosse e le scure non sono dannose per l'intestino e che, quindi non si può associare in alcun modo la comparsa di un tumore intestinale con l'assunzione di un qualsiasi tipo di birra.


BIRRA E DIURESI

Un adulto normale e di peso medio espelle tra i 1.000 ed i 1.800 centimetri cubici di urina ogni giorno. Tale quantità - che peraltro varia da soggetto a soggetto in base a vari fattori: alimentazione, età, peso e stagione dell'anno - aumenta nel caso in cui invece dell'acqua si consuma birra. In questo caso, infatti, la presenza dei sali minerali (potassio e magnesio) e la ridotta quantità di sodio favoriscono l'accelerazione del processo diuretico e, di conseguenza, l'abbondanza della produzione di urine. In buona sostanza, quindi, la birra, se assunta in quantità modeste, aiuta il naturale lavoro dei reni senza però alterare l'equilibrio dei liquidi e dei sali minerali presenti nel corpo, questo può comportare innanzitutto la diminuzione dell'incidenza dei calcoli renali e, poi, un giovamento per la salute generale.


BIRRA E CELIACHIA

Comprare la birra in farmacia. E' quanto possono fare, finalmente, i celiaci, ovvero quell'esercito di oltre diecimila italiani affetti dall'intolleranza alimentare ala quale si può sopravvivere soltanto osservando una dieta rigorosamente priva di frumento, orzo, segale e avena. Questa malattia impediva pertanto - oltre a quello di pane e pasta - anche il consumo di birra e whisky, derivanti dal malto d'orzo. E vodka (è un distillato di cereali vari). Fino ad oggi l'industria farmaceutica aveva pensato a dei validi succedanei per i cibi solidi, tralasciando le bevande. Ora questa mancanza è stata colmata e, nei frigoriferi di tutti noi, la confezione della birra senza glutine non si distinguerà da quella di una birra qualunque se non per il marchio con la spiga sbarrata.


BIRRA E PARAMETRI METABOLICI

L'alcol in dosi elevate ha un'azione diretta sull'eccitabilità e contrattilità del muscolo cardiaco. Un abuso di sostanze alcoliche, infatti, crea un aumento del ritmo cardiaco e della gittata sistolica dando origine ad una vasodilatazione cutanea (gote arrossate, sensazione di calore) contemporanea ad una vasocostrizione della milza. La birra in sé non ha un elevato grado alcolico (da 3.6 grammi - lager - a 6 grammi - doppio malto - di alcol ogni 100 grammi di prodotto) ma è facile capire che gli effetti dannosi dell'alcol dipendono, più che dal tipo di bevanda, dalla quantità consumata. La quantità massima consentita è fissata, per alcuni esperti, in 40 grammi di alcol giornalieri per l'uomo e 30 grammi per la donna, ma recentemente il mondo britannico, alla luce della letteratura internazionale più aggiornata, propende per dosi raccomandate di 3 unità giornaliere (24g.) per l'uomo e due unità (16g.) per la donna, fino ad un limite massimo settimanale di 21 (168g.) e 14 unità (112g.) rispettivamente; cioè - prendendo in considerazione le lager a più bassa gradazione alcolica - circa 4 litri a settimana per gli uomini e 3 litri per le donne. Resta da aggiungere che a basse dosi l'alcol ha effetti positivi tanto sul nostro organismo quanto sul nostro umore (rende le persone più socievoli). Quindi, salute!

Fonte: Assobirra

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