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ATTREZZATURA E PREPARAZIONE

a cura di Michele Barro: mbarro@tin.it

 

INTRODUZIONE

L'attrezzatura per la produzione casalinga di birra è diversa a seconda del sistema usato. Cioè, in ordine di difficoltà crescente, se si parte da un kit (o estratto luppolato), da estratto non luppolato oppure dal malto in grani.

 

LA BIRRA DA ESTRATTO LUPPOLATO

Questo e' il sistema con cui la maggior parte degli appassionati comincia, l'attrezzatura é in realtà un'attrezzatura per la fermentazione, perché ci si limita a questa fase della produzione. Se si acquista un kit completo, non si avrà bisogno di altro (in genere i kit comprendono anche la prima lattina di estratto).In alternativa ci si può procurare i pezzi separatamente nei negozi di materiali plastici e nei negozi di agraria/enologia. Nei kit e' compresa anche la prima lattina di estratto In Italia esistono due kit: quello dell'australiana Coopers, realizzato in realtà dalla Larix di Parma, e quello della P.A.B. di Udine.

 

ATTREZZATURA

I kit sono composti da:

  • Un bidone per la fermentazione con un rubinetto di scarico in basso, un gorgogliatore sul tappo (chiuso ermeticamente) e un termometro digitale adesivo (quelle striscioline con i numerini che appaiono a seconda della temperatura)per controllare che la temperatura della fermentazione rimanga nei limiti (18° 25° per l'alta fermentazione e 7° 10° per la bassa). Il gorgogliatore e' una valvola che permette all'anidride carbonica prodotta dalla fermentazione di uscire, ma non permette all'aria esterna di entrare. Il bidone e' in materiale plastico per alimenti.
     

  • Un densimetro per misurare il progresso della fermentazione attraverso il progressivo diminuire della densità del mosto. Questo consiste di un galleggiante di vetro che termina nella parte alta con una asticciola graduata. Tanto più si immerge il galleggiante, tanto meno il liquido e' denso. La gradazione dell'asticciola e' in kg per ogni litro(l'acqua e' = 1,000).
     

  • Una provetta per effettuare la misura della densità.

  • Una spatola per mescolare ed aerare il mosto.

  • Un tubo per travasare La birra nelle bottiglie.

  • Una tappatrice per tappi a corona e una confezione di tappi.

  • Eventuali tubi per travasi.

  • Polvere detergente.

Il Kit Coopers comprende poi un secondo bidone che serve per separare la birra dal fondo di lievito e ad aggiungere la quantità di zucchero necessaria, prima dell'imbottigliamento (vedi poi). Forse per questo motivo, questo kit costa un po' di più. Un accessorio non compreso nei kit (e come potrebbe esserlo?) sono le bottiglie. A meno che non si voglia comprarle, e' necessario raccoglierle, farsele regalare da amici o dai bar. Sono adatte quelle da birra e quelle da spumante. Non lo sono quelle da vino o da acqua minerale, perche non sono abbastanza robuste. E' anche importante che siano scure, perché la birra viene danneggiata dalla luce. Si rimanda ad altra parte della FAQ

Nel caso che non si voglia comprare un kit completo vengono descritte in seguito le attrezzature alternative facilmente reperibili in commercio.

Il fermentatore dovrà essere in materiale per alimentari. Preferibili sono le materie plastiche apposite (in genere recano la dicitura), acciaio inox e vetro. Tipicamente conterrà 25/30 litri. I bidoni in materiale plastico hanno il vantaggio di potere essere chiusi ermeticamente. Basterà fare un foro sul coperchio ed aggiungere un gorgogliatore con l'apposita guarnizione, accessorio che può essere comprato, oltre che nei negozi di homebrew, anche nelle enologie. Sempre in questo tipo di negozi si trovano ottimi fermentatori in Inox. Rendere ermetici i fermentatori in Inox e' più problematico e bisognerà quindi procedere alla fermentazione aperta, che richiede due cautele in più: tenere un coperchio appoggiato finché non si forma la schiuma, e non lasciare la birra fermentata nel fermentatore una volta raggiunta la gravità finale. Questo perché la schiuma protegge il mosto dalle contaminazioni, ma all'inizio e alla fine della fermentazione, la schiuma non c'e'. Per quanto riguarda il vetro si usano le damigiane per le quali esistono appositi gorgogliatori. Nel caso in cui la damigiana sia quasi piena di mosto però, a causa del restringimento del collo, si otterrà la fuoriuscita della schiuma. Bisognerà quindi costruire un altro tipo di sfiato: Un tappo (meglio se di gomma) dovrà essere forato. Un tubo verrà incastrato nel foro. E' consigliabile che il diam. interno non sia meno di 15 mm. perché i residui solidi portati su dalla schiuma potrebbero ostruirlo. Il tubo dalla parte esterna scenderà fino ad immergersi in un contenitore riempito di soluzione disinfettante. In modo che il gas e la schiuma possano uscire ma non possa entrare l'aria esterna. Per quanto riguarda il travaso, sui fermentatori in plastica sarà facile praticare un foro dove fissare un rubinetto, mentre quelli in inox sono già predisposti per tale applicazione. Nel caso della damigiana, ovviamente, non sarà possibile avere un rubinetto di scarico. Bisognerà usare il tradizionale sifone; facendo attenzione però a non innescarlo aspirando con la bocca (per ovvi motivi di igiene).

 

PREPARAZIONE

Il procedimento di produzione a partire dall'estratto luppolato, e' molto semplice ed e' spiegato nelle istruzioni della lattina. Oggi in Italia e' disponibile una grande gamma di estratti delle marche più importanti. Si tratta comunque di diluire l'estratto, aggiungere una certa quantità di zuccheri (anche zucchero da cucina ma e' preferibile estratto di malto in polvere, o miele, o zucchero d'orzo), effettuare una breve bollitura, aggiungere il lievito incluso e lasciar fermentare. E' consigliabile reidratare il lievito secco in acqua tiepida o estratto. Se si vuole misurare la gradazione saccarometrica (OG=Original gravity, densità all'origine) questo e' il momento di farlo, usando il densimetro. Assicurarsi di aver MESCOLATO BENE e che la temperatura del mosto sia di circa 20°C. L'avvio della fermentazione si rende evidente per la produzione di anidride carbonica che esce attraverso il gorgogliatore facendo, appunto, gorgogliare il liquido in esso contenuto. Dopo alcuni giorni, il ritmo dei gorgoglii diminuisce, quindi si misura con il densimetro il peso della birra. Se abbiamo raggiunto il livello indicato nelle istruzioni, siamo pronti per imbottigliare, aggiungendo una certa quantità di zucchero che servirà per la rifermentazione in bottiglia. Quella che darà il giusto livello di CO2. Una volta imbottigliata la birra, va lasciata per una settimana alla temperatura di fermentazione, e va poi riposta in locale fresco e buio. sarà pronta per essere consumata dopo circa due settimane, anche se migliorerà ancora per un mese o due, o anche più. A seconda dei tipi potrà durare sei mesi/un anno.

 

IMBOTTIGLIAMENTO E DOSAGGIO DELLO ZUCCHERO

Alcuni kit comprendono un misurino per lo zucchero (che però non serve in caso di estratto, miele o altro). Non e' in ogni caso molto pratico. Il sistema migliore (ed e' per questo che alcuni kit forniscono due bidoni in plastica) consiste nel travasare la birra, una volta raggiunta la gravità finale, nel secondo bidone, lasciando nel primo il sedimento.

In questo secondo bidone si potrà aggiungere lo zucchero scelto (sempre meglio una soluzione bollita) ed ottenere, mescolando un dosaggio accurato.

 

LA BIRRA DA ESTRATTO NON LUPPOLATO

ATTREZZATURA

Oltre a quelli per la fermentazione e l'imbottigliamento che servono per i kit luppolati, serviranno una pentola di grosse dimensioni, ed un qualche sistema di filtraggio per filtrare il malto macinato ed il luppolo dopo l'ebollizione del mosto (vedi poi).

Questo sistema può essere anche costituito da sacchetti di tela a trama grossa entro cui mettere i grani ed il luppolo invece che lasciarli liberi nella pentola (Grain Bag e Hop Bag). Se non si usano questi sacchetti il filtro sarà costituito da un grosso colino.

La pentola dovrebbe avere la capacità uguale alla quantità di birra che si vuole produrre, ma se si usa il sistema ad alta densità, potrà essere pari al 40%circa del volume totale. In questo caso il mosto bollito verrà poi diluito al momento di riempire il fermentatore.

Utile ma non indispensabile un termometro 0-100°C. Ottimi quelli usati per usi fotografici

 

INGREDIENTI

L'estratto di malto può essere in polvere o in sciroppo. Se ne trovano di specifici per fare birra, ma si possono anche usare estratti di malto per panettiere, che hanno un costo inferiore.

E' poi necessario avere il luppolo. Lo si trova nei negozi specializzati sia in forma di fiori, che in forma di "pellets", cioè delle pastigliette di luppolo macinato. Benché lo si trovi anche in erboristeria, non e' consigliabile, perché non se ne potrebbe stabilire il potere amaricante, che e' specifico per ogni tipo e quindi il dosaggio.

A seconda del tipo di birra che si vorrà fare, occorreranno poi piccole quantità di malto in grani. Questi serviranno a ottenere birre più o meno scure, corpose, etc.

Il lievito infine dovrà essere comprato separatamente, secco o liquido. Oggi per l'hobbista esistono decine e decine di lieviti selezionati.

 

PREPARAZIONE

In breve, si scalda una certa quantità di acqua (circa metà pentola) a circa 70° C e vi si mettono in infusione per mezz'ora i grani preventivamente "rotti". Questi devono essere proprio rotti grossolanamente, e non macinati.

Se si e' usato il Grain Bag (ed e' consigliabile) si estrae il sacchetto strizzandolo bene e si aggiunge l'estratto. Si porta ad ebollizione. Una volta raggiuntala, si aggiunge il luppolo per l'amaricazione e si continua a bollire per 45 minuti.

A questo punto si aggiunge una ulteriore piccola quantità di luppolo che bollirà per non più di 10/15 minuti. Bollendo per poco tempo,quest'ultimo contribuirà poco all'amaricazione totale ma l'aroma che cedera' al mosto non evaporerà per effetto della lunga bollitura. Il luppolo va poi tolto, o mediante filtro, oppure avendo usato un Hop Bag.

Si raffredda il mosto il più velocemente possibile, sia per evitare il rischio di infezioni che per favorire la separazione di sostanze, dette proteine coagulate, che e' bene non trasferire nel fermentatore. Si formera' un "fondo" di sedimento che potrà essere fitrato attraverso il luppolo ed il filtro se non si e' usato l'"Hop Bag", in caso contrario si dovrà lasciare nella pentola le ultime due dita di birra.

Per raffreddare, si possono usare attrezzature apposite (tubo in rame in cui far scorrere acqua fredda) o immergere il pentolone in acqua fredda in una vasca. A questo punto si diluisce con acqua fino alla quantità programmata (e anche questo può essere un sistema per raffreddare il mosto). Quindi si fa fermentare come nel caso precedente.

 

LA BIRRA DA MALTO IN GRANI

ATTREZZATURA

In questo caso, la pentola deve bollire tutto il mosto, e quindi dovrà essere di circa un quarto maggiore della quantità finale. Poiché non si usa estratto, ma lo si ottiene per infusione dei grani, abbiamo bisogno di:

  • Un mulino per macinare grossolanamente i grani (circa 5 kg per 25 l di birra)

  • Un pentolone dove fare l'infusione (può essere lo stesso della bollitura)

  • Un sistema di filtraggio per separare i grani impoveriti (trebbie) dall'estratto; questo può essere un Lauter Tun, come descritto più avanti, oppure un sacco di tela che si trova in commercio nei negozi di enologia. Il principio e' quello del colino da tè su scala amplificata

 

INGREDIENTI

L'estratto che si usa nel precedente metodo viene sostituito da malto in grani. Si completa anche in questo caso con i malti speciali per ottenere diversi tipi di birra. Per quanto riguarda il luppolo ed il lievito, non cambia nulla.

 

PREPARAZIONE

Nella pentola di infusione si miscela il malto con acqua in modo da ottenere un impasto alla temperatura di circa 52°. Ci sono vari orientamenti riguardo alla proporzione malto/acqua. 2,5 l per 1kg va già bene, si può arrivare a 4l/kg. Con 2,5 l/kg la temperatura dell'acqua dovrà essere circa 7° più alta di quella a cui si vuole cominciare l'infusione (quindi 52°=59°). Per proporzioni differenti bisogna rifare i conti.

Si tiene a questa temperatura mescolando per 15 minuti. Si porta quindi la temperatura a 60° circa e la si tiene per 30/45 minuti a seconda delle ricette. La si porta infine a 72° circa e la si tiene fino a che il test "tintura di iodio" non sia negativo.

Prima di filtrare l'estratto e' bene portare il tutto a 75°, così l'estratto sarà meno viscoso e si otterrà un rendimento più alto. L'estratto che si sarà raccolto a questo punto sarà molto denso e in quantità insufficiente. Per diluirlo e per recuperare gli zuccheri ancora presenti nel malto, si versa con delicatezza sopra il letto di trebbie, acqua a 78° (comunque meno di 80°) che si sarà scaldata in precedenza.

Si continua quindi a drenare l'estratto dal rubinetto di scarico, o a raccoglierlo nel caso di sacco filtro, fino ad ottenere la quantità (e possibilmentela gravità) desiderata. Appare evidente che per l'acqua necessaria a sciacquare le trebbie avremo bisogno o di una seconda pentola o di un contenitore temporaneo isolato. Ora l'estratto e' pronto per la bollitura e per l'aggiunta del luppolo, come nel caso della birrificazione da estratto.

 

IL TEST DELLA TINTURA DI IODIO

Il mosto si ottiene facendo trasformare l'amido presente nel malto in zucchero. Di conseguenza la cottura dell'impasto sarà terminata quando tutto l'amido si sarà trasformato in zuccheri. Poiché la tintura di iodio a contatto con l'amido acquista una colorazione nerastra (cosa che non avviene con gli zuccheri), mettendo una goccia di mosto su un piattino bianco, e mescolandola ad una goccia di tintura di iodio, potremo verificare se tutto l'amido si e' trasformato o no.

Quindi, se il colore rimarrà rossastro, la cottura sarà finita, mentre se diventerà nerastra, bisognerà continuare ancora un po'.

 

AUMENTARE LA TEMPERATURA

Esistono più sistemi per fare la cottura del malto e controllare la temperatura.

  1. Si riscalda l'impasto in un mashtun (tino di impasto) riscaldato (ad esempio il pentolone sul fuoco) e poi lo si passa nel lautertun (tino filtro) non riscaldato che ha l'unico scopo di filtrare l'estratto.

  2. Si scalda l'impasto in un mashtun/lautertun, cioè un pentolone dotato di doppio fondo bucherellato e rubinetto, posto sul fuoco. Una volta finita l'infusione si apre il rubinetto e via. sarà necessaria un'altra pentola, o un collettore temporaneo, per tenere l'acqua di risciacquo alla giusta temperatura.

  3. Si usa il sistema a decozione: l'impasto rimane sempre nel lautertun. Per alzare la temperatura si toglie una parte, la si mette in una pentola e la si fa bollire dopo averla tenuta 15 min a 65 °. Poi la si rimette nel lautertun ottenendo un innalzamento della temperatura complessiva dell'impasto. Calcolando la porzione che viene bollita, si riesce ad ottenere l'incremento di temp. voluto. Questo sistema che e' quello tradizionale delle birre Pils, da' risultati molto buoni, ma e' piuttosto laborioso.

  4. Si usa il sistema inglese: il malto "ale" non ha bisogno di un infusione con incrementi di temperature e quindi, calcolando la giusta temp. dell'acqua, si fa un impasto a 65° nel lauter tun. Questo peròdeve essere molto ben isolato per non perdere temperatura. Successivi piccoli aggiustamenti potrenno essere fatti con acqua bollente o fredda. Si tiene tutto a quella temp. per 90 min, e poi si comincia con l'estrazione e risciacquo.

 

IMPLEMENTAZIONI E AUTOCOSTRUZIONE

MASH TUN

Come abbiamo visto, a seconda del sistema di cottura usato, queste attrezzature avranno caratteristiche differenti. Nel primo caso, il mash tun consiste in una grossa pentola che viene riscaldata, o sulla cucina domestica, o su un più potente fornellone a gas collegato ad una bombola (così si potrà lavorare in garage, o in balcone) o su una piastra elettrica.

Anche se non e' necessario, sarà comodo applicare un rubinetto metallico per scaricare il mosto dopo la bollitura. In caso contrario si potrà usare un sifone. Il materiale ideale e' l'acciaio inox, che però e' un po' costoso. L'acciaio smaltato va bene, ma bisogna prestare attenzione a non scheggiarlo. L'alluminio va bene anch'esso, anche se in passato sono stati sollevati dubbi (mai dimostrati) circa la sua pericolosità per la salute.

 

LAUTER TUN

Il lauter tun, o tino filtro, non dovrà essere riscaldato, e quindi potrà essere in materiale plastico per alimenti. dovrà essere però bene isolato, per evitare che l'impasto si raffreddi durante il filtraggio e dovrà avere un rubinetto di scarico ed ovviamente un sistema di filtraggio per trattenere le trebbie.

Un modo di costruire un lauter tun consiste nell'utilizzare una ghiacciaia da campeggio, che e' già isolata, applicare un rubinetto e costruire un falso fondo bucherellato (buchi di circa 1 mm), oppure collegare al rubinetto, all'interno della ghiacciaia, e adagiato sul fondo, un tubo in rame piegato a spirale con dei taglietti rivolti verso il basso. Il tubo rimarrà sotto le trebbie, e permetterà l'uscita del solo estratto. Un altro lauter tun consiste di due due secchi uguali. Ad uno si applica il rubinetto, e all'altro si praticano i forellini sul fondo. Si mette poi quello con i fori dentro all'altro. Bisogna poi, in qualche modo, isolare il tutto termicamente.

Nel caso si voglia utilizzare il secondo sistema, quello del mash tun che e' anche lauter tun, e che viene riscaldato, bisogna applicare un sistema di filtraggio alla pentola. In questo caso sarà o un falso fondo bucherellato abbinato ad un rubinetto di scarico, o una spirale in tubo con i taglietti collegato, vuoi ad un rubinetto, vuoi ad un sifone. Bisogna anche tenere conto che l'impasto verrà mescolato, e quindi ogni sistema di filtraggio dovrà essere ben saldo.

 

ULTERIORI IMPLEMENTAZIONI

Per gli appassionati che abbiano voglia di rendere i loro sistemi più simili a quelli professionali vi sono queste possibilità:

  • Automatizzare la cottura dell'impasto mediante un sistema di riscaldamento (a gas, a resistenza elettrica o a liquido dentro un'intercapedine) comandato da termostato. Questo sistema va però abbinato ad un sistema di agitatori elettrici, perché e' necessario che l'impasto sia mescolato continuamente.

  • Uso di pompe per trasferire l'estratto da un contenitore all'altro.

  • Costruzione di un sistema di un fermentatore refrigerato per fare birre a bassa fermentazione e per lavorare anche nei mesi più caldi.

 

IL RIMS

Il Recirculating Infusion Mashing System (RIMS) e' un'evoluzione dei sistemi hobbistici abbastanza diffuso negli Stati Uniti. Il concetto consiste nel fare circolare continuamente l'estratto attraverso al letto di trebbie, e riversarglielo sopra dolcemente, controllandone la temperatura.

Si tratta di abbinare ad un normale lauter tun una pompa ed un elemento riscaldatore controllato da un termostato. La pompa dovrà lavorare alle temperature del mashing (fino ad 80°).

Il riscaldatore potrà essere elettrico un tubo con dentro una resistenza da scaldabagno) o a gas, ma e' importante che scaldi con delicatezza per non bruciare l'estratto. La temperatura dell'estratto che arriva al riscaldatore viene misurata dalla sonda, e in conseguenza, automaticamente, viene applicato il calore necessario.

E' poi importante che l'estratto venga riversato sopra le trebbie senza disturbarle per non intorbidire il tutto, quindi sarà necessario un qualche sistema a doccia. Con questo sistema e' molto comodo effettuare i vari incrementi di temperatura del mashing. Basta regolare il termostato che può anche essere abbinato ad un timer.

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